La morte del nostro caro Lucio ci ha lasciati tutti un po’ sgomenti, vuoi l’affetto che nutrivamo per la persona, vuoi per sue grandi qualità artistiche, resta il fatto che non è più fra noi.
Certo ci rimane il suo patrimonio artistico che non è poco! Lo farà vivere sempre nei cuori di tutti quelli che lo hanno apprezzato. Tutto sappiamo di lui, ad iniziare da quella famosa “4 marzo 1943” che è poi la sua data di nascita in quel di Bologna.
Sin dall’infanzia dimostrò una spiccata vena artistica che lo portava ad esibirsi anche nei teatrini parrocchiali. Era poco affabile e anche scontroso; a dieci anni conobbe Padre Pio che lo esortava a non esibirsi più in pubblico (forse quella è stata la benedizione divina!). Dopo aver studiato fisarmonica e clarinetto, incominciò a scrivere canzoni dalla vena decisamente blues, suonò anche in un gruppo jazz.
Nel 1966 debutta a Sanremo con “Paff…bum” insieme ai mitici Yardbirds: quello sicuramente è il momento che lo consacra come artista beat nostrano.
Per chi se lo ricorda, mitica è stata la cacciata dal Hotel Hilton di Roma da parte degli uscieri, visto il suo abbigliamento da straccione, che dopo aver chiarito il tutto uscì dalla porta principale con il trofeo di primo classificato (premio alla critica) con il brano “Il Cielo”. Pensate che fu anche spalla di Jimi Hendrix al Piper di Milano nel lontanto 1966.
Tanti sono gli episodi e aneddoti, insieme alla sua miriade di canzoni che hanno tracciato la vita artistica di Lucio. Tutto quello che ha lasciato, ormai appartiene a tutti noi e con le sue canzoni che continueremo a ricordare questo piccolo grande uomo. Ciao Lucio
Mario Mossuto
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